La recensione di Giancarlo Graziosi (Agenzia giornalistica “ANSA”)

di Giancarlo Graziosi

Quale mezzo migliore, se non quello della fiaba, per toccare il cuore e la coscienza dei bambini? E’ stata questa l’intuizione di Luana Silighini per raccontare al mondo dei piccoli una tragedia che sta dividendo il mondo dei grandi. Quella dei migranti.

Ecco allora che Luana, con “Raghad, Regina di Nertita” ha pensato bene di utilizzare non solo il mezzo e il linguaggio, propri dei bambini, ma addirittura la figura di un loro coetaneo per raccontare ‘da dentro’ il dramma dei profughi e, soprattutto, dei bambini-profughi, vittime involontarie di una situazione che non hanno né cercato né voluto ma che sono costretti a subire, troppo spesso a discapito della loro stessa esistenza.

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E l’autrice ha scelto una delle figure più simboliche di queste tragedie del mare, quella di Raghad Hasoun, la bambina di 11 anni affetta da diabete, uccisa dalla cinica indifferenza di scafisti senza scrupoli, che pur di alleggerire le ‘carrette del mare’ sulle quali stipano i migranti, gettano in acqua tutto ciò che considerano ‘superfluo’ tra cui lo zainetto di Raghad che, invece, per lei non è affatto ‘superfluo’ in quanto contenente i farmaci che avrebbero potuto salvarle la vita.

Ma come in tutte le fiabe per bambini, in linea con la mentalità e la visione dei loro fruitori, non c’è solo una tragedia fine a se stessa, alla quale non c’è rimedio: c’è sempre uno spiraglio di luce che apre alla speranza, alla ricerca di un mondo migliore. Negli abissi profondi del mare, la bambina sarà trasformata per magia in una stella marina e conoscerà “Il Regno di Nertita” dove vivrà una nuova avventura. Una nuova vita, bella ed intensa. E’ il seme della speranza che germoglia. E chissà, forse domani, quei bambini che avranno letto questa fiaba, non saranno dilaniati dal dilemma se è più giusto costruire muri di filo spinato per arginare l’onda dei migranti o se non sia meglio aprire il nostro cuore per alleviare le loro pene e offrire loro quella ‘nuova’ vita che la piccola Raghad ha dovuto cercare nelle gelide acque del Mediterraneo.

 

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